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Notizie dal Comune

UN MUSEO NEL MUSEO. LA RACCOLTA CIVICA ALLA MANICA LUNGA DELLA PINACOTECA. IL PROGETTO ESPOSITIVO IN COMMISSIONE.
raccola
11.07.2019 -


 



DIVENTERÀ MUSEO PRESSO LA MANICA LUNGA DELLA PINACOTECA, OLTRE 1000 REPERTI DEL TERRITORIO. CONVERGENZA SU SEDE E RITORNO DELLE OPERE IN CITTÀ
Sintesi. La Raccolta civica di Città di Castello, oltre 1000 reperti, dal paleozoico - circa 250 milioni di anni fa - all’eta romana, diventerà un museo ospitato negli spazi della Manica lunga o Limonaia della Pinacoteca. Questo l’obiettivo dell’Amministrazione entro la fine del mandato, dopo che un team multidisciplinare dell’Università di Perugia, coordinato dallo studioso tifernate Lucio Fiorini, ha illustrato un’ipotesi di allestimento, supportata da un catalogo che contestualizza la Raccolta civica nella Città di Castello dei primordi. Grande convergenza di tutte le forze politiche sulla musealizzazione della Raccolta, donata nel 1974 dall’Associazione protostorica di Città di Castello a conclusione di una ricerca compiuta da alcuni benemeriti tifernati nei siti più interessanti dal punto di vista archeologico. Durante la commissione congiunta, Assetto del Territorio e Servizi”, a cui è stato illustrato lo studio, Franco Dinarelli, che fu tra loro, ne ha ricordato i nomi: Giulio Cerrini, Pierpaolo Battistoni, Piergiovanni Egidi, Carlo Braconi. Michele Bettarelli, vicesindaco e assessore alla Cultura, ha parlato di “un momento di restituzione di due anni di lavoro, su cui spero che ci possa essere una grande condivisione del consiglio. Dal 1974 tempo né è passato: lo studio però è un passo essenziale per il via libera della Soprintendenza al museo ed oggi lo stiamo compiendo”. Lucio Fiorini, docente dell’Università di Perugia, Affidatario delle cattedre di Metodologie della ricerca Archeologica e di storia dell’Architettura 2, tifernate a titolo gratuito estensore del progetto, ha proposte alcune foto della Raccolta esposta presso la Biblioteca delle Giulianelle, parlando del lavoro di schedatura completa del materiale, oltre 1000 pezzi, in collaborazione con Chiara Mercati e Cristina Migliorati. “Vorremmo organizzare il materiale secondo un raccolto continuo, scegliendo i pezzi più significativi e ricomponendo la collezione con quanto si trova in sedi diverse, in Toscana o a Perugia, - ad esempio il tripode di Cortona - non necessariamente in originale. Inoltre collegheremo la Raccolta civica e lo spazio urbano, il parco fluviale è un tassello fondamentale”. Il museo sarà spiegato ed approfondito in un catalogo dal titolo “Tifernum Tiberinum, origine e sviluppo della città antica” in cui trovi spazio la storia della raccolta, uno studio sull’ambiente e il territorio, sulle presenze umane prima della città romana, sulla struttura della città, sulle emergenze del territorio, i santuari e quindi il concept dell’allestimento mussale, a cura di importanti studiosi, tra cui i presenti e Mario Torelli, Marco Cherin, Tommaso Mattioli, Paolo Barconi. Per Paolo Camerieri, rappresentante del Ministero, ispettore archeologo, fonti alla mano “Tiferno Tiberino era  potenzialmente una grande valle agraria non bonificata. Anche alla luce della Raccolta l’importanza della città in epoca romana deve essere approfondita”. Alessandro Nocentini, dottore di ricerca dell’università degli studi di Firenze, Dipartimento di Architettura DIDA, ha dichiarato che “la tecnologia ci permetterà di cogliere appieno l’approccio multidisciplinare che ha informato lo studio”. Franco Dinarelli dell’Associazione Protostorica Alta Valle del Tevere ha parlato dello studio come di “una buona notizia. L’obiettivo è apparso complesso fin da subito ma la sede è adeguata. La collezione nasce da un gruppo di persone che avevano la passione della ricerca, abbiamo esplorato il territorio e le grotte, le sponde del lago tiberino e sul letto del Tevere. L’interesse che ebbero le mostre fin dagli anni Sessanta ci fece capire che la Raccolta doveva essere condivisa e donammo i reperti al comune”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha annunciato di aver regalato alla Raccolta 4 pezzi fossili provenienti da Coldipozzo: “Sono contento ma era meglio decentrare per esempio a Trestina”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha espresso grande soddisfazione: dal protozoico a Burri, un percorso magnifico”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto che “la sede è buona, gli annunci sul museo sono stati tanti, disattesi. Che parta la Raccolta civica è essenziale per riportare quanto disperso altrove. Infine il prg: è stata approvata un’osservazione che vuole costruire un parcheggio sopra il sito della tomba dei principi dei Trestina”. Italo Cesarotti, ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, ha ricordato il sostegno dato dall’ente e l’appoggio all’ipotesi Pinacoteca. Ursula Masciarri, consigliere del Psi: sarà un grande arricchimento per la città. Sono d’accordo con il recupero dei reperti”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso dicendo che “lo spaccato della Raccolta va valorizzato insieme all’attività dell’Associazione protostorica che ha tenuto viva la prospettiva del museo. Mai come oggi il mondo culturale cittadino e l’ente locale ha prodotto risultati notevoli. La Raccolta musealizzata sarà uno degli obiettivi più significativi della consiliatura. Dovremmo affrontare il problema di natura economica, cercando sinergie ad esempio con la Fondazione Cassa di Risparmio. Città di Castello ha una forte potenzialità sul fronte artistico e storico: questa nuova presenza sarà di portata storica e di grande spessore identitario”.



Resoconto. La Raccolta civica di Città di Castello, oltre 1000 reperti, dal paleozoico - circa 250 milioni di anni fa - all’eta romana, diventerà un museo ospitato negli spazi della Manica lunga o Limonaia della Pinacoteca.
Questo l’obiettivo dell’Amministrazione entro la fine del mandato, dopo che un team multidisciplinare dell’Università di Perugia, coordinato dallo studioso tifernate Lucio Fiorini, ha illustrato un’ipotesi di allestimento, supportata da un catalogo che contestualizza la Raccolta civica nella Città di Castello dei primordi. Grande convergenza di tutte le forze politiche sulla musealizzazione della Raccolta, donata nel 1974 dall’Associazione protostorica di Città di Castello a conclusione di una ricerca compiuta da alcuni benemeriti tifernati nei siti più interessanti dal punto di vista archeologico. Durante la commissione congiunta, Assetto del Territorio e Servizi”, a cui è stato illustrato lo studio, Franco Dinarelli, che fu tra loro, ne ha ricordato i nomi: Giulio Cerrini, Pierpaolo Battistoni, Piergiovanni Egidi, Carlo Braconi. Ad introdurre i lavori della commissione congiunta Assetto del territorio e Servizi di mercoledì 10 luglio 2019, sono stati i presidenti dei due organismi Luciano Tavernelli e Giovanni Procelli: all’ordine del giorno l’ipotesi espositiva e il catalogo della Raccolta civica, collezione di reperti archeologici e paleontologici, donata dall’Associaìzione Protostorica al comune, su cui da due anni lavora un team multidisciplinare dell’Università di Perugia coordinato da Lucio Fiorini, docente dell’Università di Perugia, Affidatario delle cattedre di Metodologie della ricerca Archeologica e di storia dell’Architettura 2, tifernate che gratuitamente ha prestato la sua opera. Michele Bettarelli, vicesindaco e assessore alla Cultura, ha spiegato l’iniziativa come “un momento di restituzione di due anni di lavoro, su cui spero che ci possa essere una grande condivisione del consiglio, così come è emersa nel dare le gambe allo studio preliminare. Dal 1974, quando la Raccolta fu donata al comune, tempo né è passato: due anni ci separano dalla firma della convenzione con l’Università di Perugia per l’elaborazione di un progetto scientifico di una certa valenza, chiesto dalla Soprintendenza per dare il via libera all’esposizione. Oggi dunque è un giorno importante per cogliere l’obiettivo”. Lucio Fiorini ha illustrato l’ipotesi di musealizzazione: “Alle spalle c’è un lavoro di schedatura, a cui hanno collaborato Chiara Mercati e Cristina Migliorati” ha detto mostrando alcune foto risalenti alla mostra nella biblioteca delle Giulianelle. “Parte dei reperti risalgono al grande Lago Tiberino dell’antichità e sono di grande valore scientifico; vorremmo organizzare il materiale secondo un raccolto continuo, senza scegliendo i pezzi più significativi e ricomponendo la collezione anche con quanto si trova in sedi diverse, in Toscana o a Perugia”. Da questo punto di vista l’esempio portato da Fiorini è stato il tripode conservato a Cortona. “Non necessariamente in originale”. Fiorini ha ricordato le zone a maggiore concentrazione in città, localizzate nell’area dell’ex Fat, e la disseminazione di reperti, che testimoniano a Città di Castello una realtà insediativa molto intensa, grandi ville ma anche fattorie di minore importanza, che dobbiamo esplorare, perché è li che si concentrano le maggiori perdite dal punto di vista documentale”. Fiorini ha parlato di un catalogo dal titolo “Tifernum Tiberinum, origine e sviluppo della città antica” in cui trovi spazio la storia della raccolta, uno studio sull’ambiente e il territorio, sulle presenze umane prima della città romana, sulla struttura della città, sulle emergenze del territorio, i santuari e quindi il concept dell’allestimento mussale, a cura di importanti studiosi, tra cui i presenti, Mario Torelli, Marco Cherin, Tommaso Mattioli, Paolo Barconi e altri esperti di chiara fama del settore. “La storia più la conosci, più la ami e rende migliori. Visto il livello culturale attuale dell’Italia, tutti dobbiamo lavorare per accrescere la coscienza storica” ha concluso Fiorini. Per Paolo Camerieri, rappresentante del Ministero, ispettore archeologo, fonti alla mano “Tiferno Tiberino era  potenzialmente una grande valle agraria non bonificata, divisa in centurie seconda la direzione dell’attuale strada tiberina, che dunque era una antichissima viabilità. La città viene fondata quando i romani avevano una sola sponda del Tevere ma Traiano centuriò anche l’altra sponda, come testimoniano i toponimi. Il Tevere è un filo rosso e Plinio il giovane ne fu magistrato del Tevere. Aveva una villa vicino alla sorgenti del fiume. Dai tempi di Tiberio era navigabile con un sistema di chiuse e casse di espansione. Anche alla luce di queste riflessioni, l’importanza della città in epoca romana deve essere approfondita”. Su questo versante nell’ipotesi di musealizzazione troverebbero spazio le renderizzazioni in 3D e l’idea di un museo diffuso. Alessandro Nocentini, dottore di ricerca dell’università degli studi di Firenze, Dipartimento di Architettura DIDA, ha dichiarato che “la tecnologia ci permetterà di cogliere appieno l’approccio multidisciplinare che ha informato lo studio”.  Franco Dinarelli dell’Associazione Protostorica Alta Valle del Tevere ha parlato dello studio come di “una buona notizia. L’obiettivo è apparso complesso fin da subito ma la sede è adeguata: accanto c’è la Pinacoteca e il giardino rinascimentale famoso in tutto il mondo. C’è la chiesa di San Domenico e Santa Maria della Carità, gli scavi dell’ex Fat. Con la Raccolta civica l’offerta museale sarà più completa e con i reperti del VIII e VII secolo AC un fiore all’occhiello dell’Umbria. La collezione nasce da un gruppo di persone che avevano la passione della ricerca, abbiamo esplorato il territorio e le grotte, le sponde del lago tiberino e sul letto del Tevere. Nel 1969 organizzammo una mostra di paleontologia  a Palazzo Bufalini nell’attuale sede dei Vigili Urbani per farla conoscere alla città, che rispose in modo massiccio. L’anno dopo esponemmo nella sala del Caminetto a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio e fu un nuovo successo. Tale interesse ci fece capire che la Raccolta doveva essere condivisa e donammo i reperti al comune. Era il 1974, quando ci costituimmo in associazione Protostorica, continuando l’attività di divulgazione e avvalendoci di storici e studiosi”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha annunciato di aver regalato alla Raccolta 4 pezzi fossili provenienti da Coldipozzo: “Sono contento ma era meglio non fare un museo vicino ad un altro museo. Si poteva fare a Trestina o decentrato come a Parma”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha espresso grande soddisfazione” e ricordato “il voto unanime del consiglio sul progetto di musealizzazione. Sono d’accordo con la scelta della Pinacoteca comunale, vicino al castrum e al vecchio porto, con esempi di architetture incredibili. Dal protozoico a Burri, un percorso magnifico”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto che “la sede è buona, Pinacoteca e Raccolta civica sono un buon percorso. Dal punto di vista politico, nel 2009 chiesi notizie su 11 reperti mancanti. La Raccolta civica in biblioteca era esposta e la Giunta di allora non sapeva che parte del patrimonio era stato portato al Museo archeologico di Perugia ed è ancora li. Gli annunci sul museo sono stati tanti, disattesi. Che parta la Raccolta civica è essenziale per riportare quanto disperso altrove. Infine il prg: un’occhio al patrimonio archeologico dovremmo darlo. E’ stata approvata un’osservazione che vuole costruire un parcheggio sopra sito della tomba dei principi dei Trestina”. Italo Cesarotti, ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, ha ricordato il sostegno dato dall’ente alla Raccolta e l’appoggio all’ipotesi Pinacoteca. Ursula Masciarri, consigliere del Psi, ha sottolineato “il percorso compiuto: sarà un grande arricchimento per la città e plaudo al connubio con la Pinacoteca. Sono d’accordo con il recupero dei reperti”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso dicendo che “lo spaccato della Raccolta va valorizzato insieme all’attività dell’Associazione protostorica che ha tenuto viva la prospettiva del museo. Mai come oggi il mondo culturale cittadino e l’ente locale ha prodotto risultati notevoli. La Raccolta musealizzata sarà uno degli obiettivi più significativi della consiliatura. Dovremmo affrontare il problema di natura economica, cercando sinergie ad esempio con la Fondazione Cassa di Risparmio. Città di Castello ha una forte potenzialità sul fronte artistico e storico: questa nuova presenza sarà di portata storica e di grande spessore identitario”.
 

 


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